La certosa di Parma
Stendhal
Siamo negli anni delle conquiste napoleoniche. Il giovane marchesino Fabrizio del Dongo parte per la guerra al seguito dell’esercito del Bonaparte, sfidando, così, l’ira paterna. Da Waterloo passerà poi alla corte di Parma, prima di finire prigioniero in cima alla torre Farnese. Il romanzo ripercorre le sue peripezie epiche e amorose e le vicende della sua incomparabile zia Gina (l’indimenticabile duchessa Sanseverina), segretamente innamorata di lui, oltre a quelle dell’astuto primo ministro Mosca e di Clelia, eroina dalla bellezza eterea ma dal carattere terreno e passionale: personaggi resi memorabili dalla straordinaria penna di Stendhal e dal suo dono per l’intuizione psicologica.
“Mai prima d’ora il cuore di principi, ministri, cortigiani e donne era stato raffigurato in questo modo” scrisse Honoré de Balzac a proposito de La certosa di Parma. “Il quadro di Stendhal ha le dimensioni di un affresco ma la precisione dei maestri olandesi”. E Italo Calvino lo definì “il romanzo più bello del mondo”. Stendhal lo portò a termine in meno di due mesi, dando vita a una narrazione avvincente, ricca di stravaganza e audacia, in cui l’eroismo delle grandi imprese si fonde con l’impeto delle passioni amorose, in uno stile grondante di romanticismo e ma anche di verve giovanile, di umorismo e di fine ironia. L’ultima grande opera di Stendhal.